About

The passion

About

Sono sempre stato affascinato dalla potenza cromatica dei colori ad olio, soprattutto dei grandi pittori impressionisti.
Intorno ai venticinque anni, alla ricerca di forme espressive di più immediata esecuzione, ho lasciato i colori ad olio per le matite, il carboncino, i pastelli e gli inchiostri.

Ho partecipato ad una serie di mostre collettive con il patrocinio di comuni e di associazioni culturali.

Alla fine degli anni 90, sull’onda della rivoluzione informatica iniziata a metà del secolo scorso, ho iniziato ad interessarmi ai linguaggi di programmazione, ai sistemi operativi, ai protocolli di comunicazione. Questa nuova passione è diventata negli anni il mio lavoro e mi ha sottratto alla vocazione originale per l’arte.
Per diversi anni ho abbandonato completamente il disegno e la pittura.

Anacronisticamente, a seguito di un crescente disagio interiore, di insoddisfazione, ho provato un senso di incomunicabilità nuovo e mi sono sentito quasi prigioniero di un mondo virtuale.
Ho sentito allora la necessità di dovermi esprimere tornando all’arte, nel senso proprio materico del termine,  come se la tecnologia, con tutti i suoi indiscutibili vantaggi mi avesse anche portato via qualcosa. Sembra contraddittorio, ho provato la sensazione di avere a disposizione un palcoscenico come il mondo e non avere più niente da dire.
Ho capito allora che lo strumento tecnologico per me era diventato il fine, non il mezzo per creare. Sono giunto alla deduzione che l’arte è il fine. Ho capito che avevo bisogno di ritrovare l’entusiasmo dei primi disegni che facevo da bambino per ridare un senso alla mia vita.

I was born in Rome on 10th July 1966.

I have always been fascinated by the chromatic power of oil colours, especially by the great lmpressionists.
Around the age of twenty-five, in search of expressive forms of more immediate execution, I left oil colours for pencils, charcoal, pastels and ink.

At the end ot the 90s, in the wake of the information technology revolution, I began to take an interest in programming languages, in operating systems and in communication protocols.
This passion has become my work over the years.

Until I felt almost as if I were a prisoner of a virtual world. Then I felt the need to express myself by returning to art.
As if technology, with all its unquestionable advantages, had also taken something away from me. I felt the sensation of having a large world stage with nothing more to say. I realized that the technological tool for me was the end, not the means to achieve something. I have come to the conclusion that art is the end. I realized that I needed to rediscover the enthusiasm of my first childhood drawings, to give meaning in my life.